di Simona CASAGRANDE
Stand numero 12. Soffitto di stoffe, pareti di stoffe, corridoi di stoffe. Ci sono velluto, chiffon, organza, seta, cotone, taffetà, georgette, jacquard, raso, broccato e tutti in talmente tanti colori che nemmeno l’arcobaleno li potrebbe contenere. E poi ricami, paillettes, perle… un paradiso per gli occhi di ogni donna che ama cucire.
In un angolo, dietro agli scatoloni ancora confezionati, perfettamente mimetizzata tra le pezze, giace una coperta verde mela dalla quale esce una lunga chioma di capelli neri, delicatamente adagiata sul pavimento.
Sandeep, ha lavorato tutta la notte e ora sta dormendo; è qui solo da due mesi, ancora non conosce l’italiano, ma dal primo giorno lavora nello stand con suo fratello.
Non abita lontano da dove lavora, ma quando non comprendi la lingua e la cultura del posto dove vivi, tutto è lontano. Ogni mattina percorre la stessa strada, gli stessi portici, gli stessi giardini e incontra sempre le stesse persone, ma troppo diverse da lei: chi corre al lavoro, chi accompagna i bambini a scuola, chi attrezza la bancarella, chi apparecchia un tavolino per leggere le carte, chi si aggira curiosando, chi pratica tai chi chuan, chi improvvisa un taglio di capelli dentro una fontana, chi attende, chi sonnecchia sul prato. Ma anche le facce che potrebbero esserle famigliari, non le capisce: sente tanti suoni differenti che non riesce ad afferrare e sono peggio del silenzio perché vorrebbe, ma non li può decifrare.

In India ci sono ben 30 diverse lingue e 2000 dialetti. Sandeep, è nata e cresciuta in un paesino del Punjab, un minuscolo stato del nord, dove si parla Punjabi.

Sul super tecnologico cellulare, però, li accompagna un’immagine del Gurudwara (un tempio tutto d’oro), un ritratto del Guru, alcuni inni del Granth, una figura del Khanda e una foto dei nipotini vestiti di abiti tradizionali sikh. E mai si separano da Kara, il braccialetto di ferro, simbolo della loro religione.

Anche Gagan e sua sorella torneranno presto a casa per maritarsi, ma non con indiani cresciuti in Italia, anche se della loro stessa religione, sono troppo europeizzati.
Sandeep ha 26 anni e quando cuce i lehenga per le altre ragazze, sogna il giorno delle sue nozze e immagina già come sarà la sua veste, rigorosamente rosso-bordeaux e oro. Tra poco più di un anno sposerà un uomo che ancora non conosce, ma è già felice.
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