di Simona CASAGRANDE
Dopo Luca Barbarossa, Enzo Jannacci, Cristiano de Andrè, Edoardo de
Angelis, Massimo Schiavon, Eugenio Finardi e tanti altri, anche la cantautrice
campana, Teresa de Sio, è stata ospite al Festival “Queste piazze davanti al
mare”, ma non con un concerto di melodie napoletane, come ci si potrebbe
aspettare, bensì con uno spettacolo teatrale, misto tra musica e lettura.
L’artista, infatti, dopo i successi degli anni ‘80, si è dedica alla sperimentazione
e di recente si è interessata specialmente all’esplorazione di sonorità etniche
ed in particolare di quelle pugliesi.
Alla fine del 2008, Teresa de Sio, però, intraprende un’ulteriore, nuova ed
importante sfida: scrivere. Un lavoro che la coinvolge talmente tanto da interrompere
tutte le sue attività concertistiche.
Ed è così che, il 25 novembre 2009, la cantautrice, presenta, al Circolo dei Lettori di Torino, il suo primo scritto "Metti il Diavolo a Ballare" edito da Einaudi: un romanzo decisamente crudo e forte. Un noir ambientato durante gli
anni ‘50 nel Salento, quando si pensava ancora
di poter esorcizzare il demonio utilizzando i suoni ipnotici.
L’opera
racconta la storia di due sorelle, orfane
di madre e figlie di un padre totalmente
assente. Trasferitesi nel magico mondo della taranta, la maggiore, Filomena, ancora
bambina, viene mandata a servizio presso una famiglia in una masseria e spesso,
su invito dei padroni di casa, reca con se anche la piccola Archina. Se non che,
trascorsi alcuni anni, un triste giorno, Filomena, scopre che la sorellina, non
ancora dodicenne, subisce da tempo abusi e violenze da parte del padrone di
casa, e che, chiusa in se stessa, a causa della vergogna, non riesce a confidare
la sua sofferenza, trasformando angoscia e disperazione, in una tortura
interiore.
Così, in
una società arcaica, ove non esistevano psicanalisi e psicofarmaci, per guarire
l’infelicità, veniva usata una cura a base di musica ipnotica, capace, secondo
quella cultura locale, di scacciare il male dalle persone: la taranta. Un ballo
generato per espellere un pensiero violento che logora l’animo, un ballo che la
povera Archina vestirà per giorni interi.
“Filomena, guardando il movimento del braccio del violinista che suona la
taranta per Archina, le pare di vedere la stessa tecnica subita anni prima
dalla madre: si incideva la vena del braccio del malato con un piccolo coltello
e si credeva che, insieme al sangue, scivolasse via la malattia. Con la taranta
era lo stesso. La musica faceva defluire il veleno iniettato dal ragno, da cui
si credeva dipendesse l’infelicità.”
A febbraio ”Metti il diavolo a
ballare”, è diventato anche un reading: uno spettacolo di musica e letture, che,
la neo scrittrice, sta portando in giro per l’Italia. In compagnia di quattro talentuosi
artisti, legge, canta e suona il testo da lei scritto. Su tutti eccelle, nella sua
magnifica interpretazione, Ippolito Chiarello, il noto attore teatrale leccese,
che con la de Sio, sotto i riflettori, dona vita, con grande passione, alle parole descritte nel
testo.
Il 19
agosto, la bellissima piazza Musso di Laigueglia, affacciata sul mare ed
abbracciata per tre quarti dalle caratteristiche case della costa ligure, pronta
ad accogliere il singolare show, era totalmente gremita di pubblico: i posti a
sedere erano esauriti già un’ora prima dell’inizio dello spettacolo, tantissima
la gente rimasta in piedi e numerosi i pugliesi presenti che, con grande
passione e trasporto, hanno partecipato alla storia, ma soprattutto ai momenti
musicali.
Teresa
de Sio, con la grande professionalità che la contraddistingue, ha saputo catturare
l’entusiasmo del pubblico, sposando la crudezza delle parole con la forza della
musica, regalando, così, a tutti, impareggiabili momenti di grande cultura.
Pubblicato da GenovaZena a ottobre 2010
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