venerdì 3 febbraio 2012

Conoscere è il Primo Passo per Amare

di Simona CASAGRANDE
Nasce nel 1975 da un'idea di Elena Croce, figlia del grande filosofo Benedetto Croce, con il preciso scopo di contribuire alla tutela, alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio artistico e ambientale italiano: è il FAI, il Fondo per l’Ambiente Italiano.
Dall’idea di pochi ha percorso negli anni un lungo ed impervio cammino. Dalla prima donazione, nel 1976, nell’isola di Panarea, nell’arcipelago delle Eolie, si sono aggiunti castelli, ville nobiliari, collezioni di dipinti, mobili, ceramiche e porcellane, teatri, monasteri, abbazie, parchi storici, baie, aree naturali e paesaggi d’incontaminata bellezza, fino ad arrivare al 2008, in cui è stata finalmente aperta al pubblico Villa Necchi Campiglio a Milano.
Da trentacinque anni, il FAI, grazie al generoso aiuto di molti, protegge, un patrimonio unico al mondo che appartiene a ciascuno di noi: si prende cura dei luoghi meravigliosi che gli vengono affidati, occupandosi del loro restauro per poterli aprire al pubblico in modo che tutti possano goderne, si occupa del paesaggio a rischio e minacciato e svolge attività di educazione e sensibilizzazione al valore fondamentale dei beni culturali e paesaggistici. Il FAI promuove, quindi, una cultura di rispetto della natura, dell'arte, della storia e delle tradizioni d’Italia al fine di tutelare un patrimonio che è parte fondamentale delle nostre radici e della nostra identità, perché conoscere è il primo passo per amare e dunque difendere qualcosa che ci appartiene. Per questo ogni anno in primavera la fondazione apre al pubblico, per un giorno, con visite guidate gratuite, i suoi beni. Così, il 27 e il 28 marzo, si è tenuta la 18° giornata FAI di primavera in cui in tutt’Italia sono stati aperti 590 beni, in 225 località di 20 regioni, e circa 5.450.000 visitatori hanno potuto godere della straordinaria iniziativa, mentre 7.000 volontari hanno assistito entusiasti al successo dell’evento e 12.000 studenti delle scuole superiori hanno avuto l’occasione di cimentarsi come apprendisti ciceroni.
In Liguria, in quest’occasione, è stato possibile visitare ben 11 siti: 1 in provincia d’Imperia, 2 in provincia di Savona e ben 9 in provincia di Genova. In provincia di Savona, il borgo medioevale di Zuccarello, alle spalle di Albenga, è stato particolarmente apprezzato dai turisti stranieri che hanno potuto usufruire anche di guide parlanti tedesco ed inglese.
Per raggiungere l’antico borgo in pietra grigia, è stato studiato anche un percorso storico (di circa 30 km), da esplorare in bicicletta: dalla stazione ferroviaria di Albenga, passando dall’antico insediamento romano e la città vecchia ricca di costruzioni medioevali, si prosegue verso Cisano sul Neva, antico borgo medioevale, e prima di arrivare finalmente al traguardo, Conscenti, dominata dal suo castello turrito.
All’ingresso del paese, in un’atmosfera medioevale, presso la torre sud, oltre alla bellissima statua bronzea di Ilaria del Carretto, figlia dei signori del borgo, c’erano, ad accogliere i visitatori, con il loro caratteristico cappellino verde, gli apprendisti ciceroni, studenti degli Istituti “Giancardi” di Alassio e “Giordano Bruno” di Albenga. Così, oltrepassata la Porta Sottana, inizia il percorso guidato attraverso i peculiari portici della via principale, ove gli abitanti hanno accolto il pubblico in costume tradizionale e vivacizzato il centro con laboratori artigianali e una mostra di piante antiche. Qui, in via Tornatore, si trovano: l’antica residenza marchionale, la colonna in ardesia “della flagellazione”, il campanile del XII sec., “lo scalino del buon arrivo” raggiunto il quale i condannati potevano ottenere la grazia dai marchesi; nonché la Parrocchiale di San Bartolomeo del XVI sec. ove si è tenuto un esilarante concerto d’organo. In fondo, a nord del borgo, si eleva la torre medioevale della Porta Soprana. A est, una traversa porta al caratteristico ponte, tardo medievale, a schiena d’asino, sul fiume Neva e ai lavatoi; un’altra conduce a Porta del Molino, all’antico Molino ed al Beo, il canale dei mulini che portava l’acqua al borgo. A ovest una stradina in salita arriva alle rovine del castello della metà del ‘200; un’altra al teatro Attilio Quinzio Delfino del XIII sec., ove il prof. Niccolò Besio ha intrattenuto gli ospiti con brani tratti dal diario di Ilaria Del Carretto che lascia Zuccarello per andare in sposa a Paolo Guinigi, Signore di Lucca. Zuccarello si è rivelato, a chi ancora non l’avesse conosciuto, un piccolo scrigno, protetto dagli alti colli della val Neva, che in ogni suo scorcio reca la testimonianza del tempo passato. Questo è inoltre uno dei pochi paesi che possa vantare una data di nascita ufficiale: il 4 aprile 1248. Infatti gli abitanti della valle, allora, s’impegnarono a fornire la manodopera necessaria per costruire il borgo nell’arco di un solo anno: tra il Natale 1248 ed il Natale 1249. E se entro questo termine non vi avessero anche fissato la loro residenza, sarebbero stati banditi per sempre dal paese.
Gli apprendisti ciceroni hanno spiegato con grande maestria, agli ospiti, leggende e storia del borgo, che incuriositi, hanno posto loro le domande più svariate, ma tutti erano concordi che giornate come queste, dovrebbero tenersi più volte durante l’anno per trasmettere, con una certa continuità, a coloro che sono il futuro, la passione e l’amore per quello che è il nostro patrimonio culturale ed ambientale, affinché loro stessi un giorno passano prendersene cura nel migliore dei modi.
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