sabato 16 marzo 2013

La Generosità Non ha Prezzo


di Simona CASAGRANDE
 
 
Varcando oggi la soglia delle nostre chiese il salto indietro nei secoli è immediato.

In ogni angolo si scorgono segni incontrovertibili del passato: tele, affreschi, mosaici, statue, stucchi, marmi, intarsi lignei, vetrate… quì la storia ed ancor più l’arte invadono con  indiscutibile veemenza ogni cellula del nostro essere facendoci sognare un mondo fatto di cose semplici, naturali, di sano sudore, fatica, sacrifici, stenti…. Un passato di grande devozione religiosa, un passato che i turisti di ogni dove vengono ad ammirare ogni giorno… Ma mostrando loro i gioielli di questi luoghi, ne dimentichiamo spesso uno estremamente  importante: l’organo. Uno strumento che nasce nella chiesa stessa ed ad ognuna adeguato, che cresce ed invecchia in essa e con essa, mostrandosi con infinita umiltà offuscato dall’abbagliante luce delle altre opere d’arte.

Ma come un bruco crea il bozzolo tutt’intorno a sé prima di diventar farfalla, così l’organo nel momento in cui, dalla mano sapiente si sente accarezzato, avvolge la chiesa con il suo suono armonioso lasciando spiccare il volo ad ineguagliabili melodie che con l’ambiente diventano magia e catturano per sempre il cuore di chi le ascolta. Uno strumento dolce e potente, indispensabile, che non esiste al di fuori della chiesa perché di questa ne è la voce…
Alcuni organi del nostro territorio risalgono persino agli inizi del ‘700, e pur godendo di un pregio inestimabile, pochissimi li stimano ed ancor meno sono coloro che ne conoscono il reale valore. Però, come le opere d’arte, godendo ormai di una certa età, anche questi necessitano di un restauro. Spesso le canne collassano su se stesse, quando addirittura non hanno subito mozzature o trafugazioni, le impellettature dei somieri sono talmente rovinate che necessitano un pronto intervento, le parti in legno sono consumate al punto che richiedono un’immediata ristrutturazione,  i tasti in osso ed ebano, usurati, esigono una rapida sostituzione, inoltre durante le esecuzioni i fili di ferro s’intrecciano tra di loro ed i tasti s’incantano creando non pochi limiti all’organista.

L’organo di San Bernardo in Valle di Savona è stato restaurato di recente ed il suo suono risulta ora più armonico, più pulito, più suggestivo e decisamente più potente; quello nella Cappella Sistina è in fase di ultimazione, ma nel Ponente Ligure sono centinaia gli esemplari di scuola ligure, piemontese e lombarda, che richiedono restauri urgenti ed immediati, ma purtroppo, come generalmente succede, mancano i fondi.

Il patrimonio di questi gioielli è inestimabile, e, per il valore storico, artistico, culturale nonché pecuniario che rappresentano, dovrebbero smuovere autorità, media e sponsor per il recupero ed il restauro, ma così purtroppo non è, e come al solito l’incombenza spetta al buon cuore delle persone, sensibili alla conservazione  della memoria della NOSTRA bella terra, importantissima oltretutto anche dal punto di vista turistico.

Per questo l’organista, Giorgio REVELLI, di fama internazionale, si è generosamente prestato per la realizzazione di un CD, intitolato proprio “Organi di Ponente”, il cui ricavato verrà interamente devoluto a scopo benefico per la salvaguardia di questi tesori del NOSTRO territorio.

Lo strumento scelto per la registrazione, è quello dell’ottocentesca ditta fratelli Lingiardi di Pavia (1863), che si trova nella chiesa di San Tommaso a Dolcedo (IM). Il programma proposto suggerisce all’ascoltatore molti dei colori dell’organo nelle sue condizioni attuali  attraverso 450 anni di letteratura musicale: un viaggio dalle cinquecentesche danze di Attaignant fino alle militaresche composizioni dell’ottocento ticinese attraverso le musiche di Byrd, Martinenghi, De Sermisy, Gabrieli, Ribassa, Foucquet, Cimarosa, Rinck, Lemaigre, Lefebure-Wely e Martinenghi. Una scelta di esecuzioni decisamente esilaranti piene di gioia, brio, freschezza e dolcezza, come solo un luminare, quale il maestro Revelli, avrebbe potuto scegliere.  Un CD che vale decisamente la pena di acquistare per l’impegno e l’importanza del gesto, ma anche per godere di sonorità ineguagliabili ed indelebili che valorizzano non solo la nostra biblioteca musicale, ma soprattutto la nostra ricchezza interiore.

Per l’acquisto del CD tel. 347.2927273
 
 
 
 
Pubblicato a giugno 2007



 

giovedì 14 marzo 2013

I Bambini e la Guerra

di Simona CASAGRANDE



Ieri sera in tv, mentre su diversi canali, trasmissioni di gossip e reality stavano spopolando, facendo zapping ci si sarebbe potuti imbattere in un documentario molto interessante, sui paesi in cui guerra e guerriglia dominano da anni la vita dei locali.
I media solitamente si concentrano su quei luoghi in cui sono direttamente coinvolte le nostre forze armate, tralasciando zone in cui i conflitti si protraggono ormai da decenni e sembrano non avere mai fine. Di quelli citati ieri, se ne potevano contare almeno una trentina: Colombia, Pakistan, Uzbekistan, Nepal, Myanmar, Cambogia, Sudan, Eritrea, Etiopia, Somalia, Ciad, Repubblica del Congo, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Centro Africana, Angola, Zimbawe, Costa d'Avorio, Liberia, Guinea, Uganda, Ruanda, Burundi e molti altri.
 
A sentir parlare di guerra si pensa subito a bombe, morte, distruzione, feriti e mutilati, orfani, dolori fisici, sofferenze morali e psicologiche, carestie, esodi… e ci s'indigna. Ma chi non ha mai vissuto un conflitto armato, non ne conosce la reale atrocità e crudeltà, può solo presumerle. Tale filmato però non dava alcuno spazio all'immaginazione: a chi guardava, il gelo è sceso nelle ossa, il respiro si è bloccato ed ogni cellula del corpo si è letteralmente paralizzata!

 
Spesso si sente parlare di bambini soldato ed il pensiero corre a quegli stati che arruolano tra le milizie regolari anche ragazzi di 15-16 anni e già c'indigniamo, ma la verità ben più sconcertante, non arriva nelle nostre case.
Guerriglieri che entrano nelle scuole, uccidono i maestri e, minacciandoli di morte, costringono i bambini a seguirli negli accampamenti, ove, già a 5-6 anni, sono obbligati ad imparare a sparare con armi più grandi e pesanti di loro. Bambini costretti a tagliare con un'accetta, mani ad amici e parenti, solo perché si sono permessi di esercitare il loro diritto di voto. E ad un bambino troppo esile, che non è riuscito a tranciare il polso ad una donna, ma solo a spezzarle l'osso, è stata impartita una morte esemplare e sepoltura nelle latrine del campo.
Bambine che vengono strappate alle braccia dei genitori e portate negli accampamenti, per subire, a 8-9 anni, quel genere di violenza, che nessuna donna dovrebbe mai conoscere.
Sembra impossibile che la crudeltà umana possa arrivare a tanto…

 
Ed ora, ove è tornata la pace, la ricostruzione incontra ostacoli insormontabili, così carestia e miseria trovano spazio per annientare ulteriormente l'individuo. I bambini e i ragazzi liberati, rifiutati dalle proprie famiglie, perché considerati assassini e donnacce, vengono raccolti in centri d'accoglienza, insieme agl'orfani, ed ogni giorno attendono che il governo si occupi del loro avvenire, riaprendo scuole e trovando insegnanti, intanto scrivono sulla sabbia con un bastoncino di legno, sognando un quaderno, una penna e magari una vita migliore.
Ma il sole riesce a far capolino soprattutto grazie a quelle ONG (organizzazioni non governative) internazionali ed i loro volontari, che portano la speranza a queste genti, realizzando case, scuole, ospedali, strade e acquedotti…. per costruire un futuro migliore, un futuro in cui la cultura e l'istruzione saranno gli unici mezzi per combattere e vincere tutte le battaglie.
 
 
 
Pubblicato ad aprile 2007
 

 

giovedì 7 marzo 2013

Bullismo? No, grazie!

di Simona CASAGRANDE
 
 
 
Per il 30 maggio  alcuni studenti dell’Istituto Alberghiero Giancardi di Alassio hanno organizzato una manifestazione per dire NO al bullismo. L’iniziativa è partita da degli alunni delle classi IV e della V, con a capo del progetto Mattia ACCURSO e dell’organizzazione Lisa BUSÈ; hanno partecipato poi attivamente alla realizzazione anche Abigail MASSIDDA,  Valentina ALLASIA e Rodrigo PARODI coinvolgendo moltissimi altri ragazzi, anche quelli delle prime classi.

“Siamo indignati di vedere certe scene su You Tube, ai telegiornali e nelle varie trasmissioni televisive. Siamo disgustati dai nostri coetanei che non sanno cosa sia la solidarietà o il rispetto per il prossimo. Ma ugualmente siamo offesi dai mass media che mostrano continuamente immagini di quel genere di gioventù, mentre i buoni esempi vengono dimenticati. Tra di noi ci sono anche persone speciali che fanno cose straordinarie, ma non se ne parla o se ne parla decisamente troppo poco. Se se ne parlasse un po’ di più forse gli emulatori seguirebbero altre strade.”

I capofila hanno così presentato le loro idee al Sindaco e all’Assessore Zavaroni che hanno accolto con grande entusiasmo il loro progetto, sostenendolo ed aiutandoli nella realizzazione. Poi i maturandi hanno coinvolto anche altre scuole delle Baie del Sole: le medie M.Ollandini, le medie ed i licei Don Bosco, d’Alassio, e poi l’agrario Aicardi, l’ITIS Galilei ed i licei Giordano Bruno d’Albenga e tutti insieme hanno dato vita ad una grande maratona artistica.

Così il 30 maggio per ben 7 ore consecutive, senza alcuna interruzione, i ragazzi delle Baie Del Sole, hanno con grande entusiasmo e passione,  nonché  indescrivibile emozione, presentato, scolpito frutta e verdura, cantato in coro, in coppia o da soli, musiche dei Beatles, Ramazzotti, Vasco Rossi, Pausini, Prince, Madonna, Le Vibrazioni, Grignani, D’Alessio, Springsteen…… ballato hip hop, jazz, salsa, merenghe, baciata,…… suonato Mozart, Bernstein, Piovani, Chajkowski, Bizet, Nirvana, The Ramones, Police, Europe, Queen, Doors,…… recitato Benigni, sketch di cabaret e poesie senza stancarsi mai. Magari avevano lo stomaco reclamante, la voce rauca e secca, i piedi un po’ gonfi e doloranti, ma andavano stoicamente avanti certi del loro gesto ed incredibilmente convinti delle loro idee.

 Josè Antonio Abreu, direttore d’orchestra ed ex Ministro della Cultura Venezuelano, per costruire un futuro in uno dei Paesi più violenti del Sud America, devastato dalle enormi differenze sociali, ha dato vita a un sistema rivoluzionario, basato sulla cultura della musica. Josè Abreu non ha scelto la via degli aiuti umanitari, ma quella dell’arte ed in questo modo ha risvegliato il rispetto di se stessi e per gli altri”. Spiega Abigail MASSIDDA sul perchè di una maratona artistica.
“Purtroppo anche in Italia le cronache nere dei giornali sono piene della violenza che ormai permea in modo incontrollato i rapporti familiari, d’amicizia, di coppia ed in genere i rapporti sociali. Ma soprattutto ciò che ci sconvolge sono i fenomeni di bullismo reiterati dai nostri coetanei o peggio ancora da bambini. Ed in merito a questo ci siamo interrogati, chiedendoci quale sarebbe potuto essere un modo per contrastarli, per fermarli, per dire BASTA!” Esclama deciso Mattia ACCURSO.  

“Sembra inverosimile che nei Paesi in via di sviluppo in cui tutti gli sforzi sono tesi al successo economico, non si cerchi di educare la sensibilità fin dalla prima infanzia…” Dice Hind ER RACHED.
 
Eppure è proprio tramite la sensibilità che si potrebbero formare delle nuove generazioni con una capacità più profonda e completa di apprezzare la bellezza della vita.” Commenta Loris PARODI.
“Solo nutrendo l’anima troveremo le risorse per emanciparci e migliorare la qualità della vita, diventando una risorsa per la nostra comunità.” Ribadisce Lisa BUSÈ.
 “Se l’arte ha la capacità di esaltare i valori di solidarietà e reciproca compassione, riuscirà ad unire intere comunità e cambiare il profilo sociologico di un paese!” Dichiara Fabio GARASSINO.
Pur essendo, l’Italia, un Paese ricco di cultura, l’educazione artistica non è considerata uno dei fondamenti della vita culturale, ma forse potrebbe essere proprio questa una strada possibile per la crescita sociale. Suggerisce Rodrigo PARODI.
“Niente come l’arte è capace di sviluppare quella sensibilità necessaria per uccidere la violenza.” Sottolinea Anna BUSE’.

È così, grazie proprio all’Assessorato alle Politiche Scolastiche, sempre sensibile alle problematiche giovanili, questo gruppo di brillanti intellighenzie ha potuto esprimere il proprio disappunto, le proprie idee, le proprie teorie, le proprie proposte.

Ragazzi maturi che hanno riflettuto, discusso, cercato delle soluzioni, ragazzi di cui, genitori ed insegnanti, possono solo andare fieri ed orgogliosi; ragazzi che, nonostante la loro giovane età e la loro inesperienza nelle cose del mondo, hanno molto da insegnare a tanti adulti navigati. Ragazzi di cui vorremmo si parlasse di più, perché sono loro il NOSTRO vero futuro.



Pubblicato a luglio 2008