giovedì 14 marzo 2013

I Bambini e la Guerra

di Simona CASAGRANDE



Ieri sera in tv, mentre su diversi canali, trasmissioni di gossip e reality stavano spopolando, facendo zapping ci si sarebbe potuti imbattere in un documentario molto interessante, sui paesi in cui guerra e guerriglia dominano da anni la vita dei locali.
I media solitamente si concentrano su quei luoghi in cui sono direttamente coinvolte le nostre forze armate, tralasciando zone in cui i conflitti si protraggono ormai da decenni e sembrano non avere mai fine. Di quelli citati ieri, se ne potevano contare almeno una trentina: Colombia, Pakistan, Uzbekistan, Nepal, Myanmar, Cambogia, Sudan, Eritrea, Etiopia, Somalia, Ciad, Repubblica del Congo, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Centro Africana, Angola, Zimbawe, Costa d'Avorio, Liberia, Guinea, Uganda, Ruanda, Burundi e molti altri.
 
A sentir parlare di guerra si pensa subito a bombe, morte, distruzione, feriti e mutilati, orfani, dolori fisici, sofferenze morali e psicologiche, carestie, esodi… e ci s'indigna. Ma chi non ha mai vissuto un conflitto armato, non ne conosce la reale atrocità e crudeltà, può solo presumerle. Tale filmato però non dava alcuno spazio all'immaginazione: a chi guardava, il gelo è sceso nelle ossa, il respiro si è bloccato ed ogni cellula del corpo si è letteralmente paralizzata!

 
Spesso si sente parlare di bambini soldato ed il pensiero corre a quegli stati che arruolano tra le milizie regolari anche ragazzi di 15-16 anni e già c'indigniamo, ma la verità ben più sconcertante, non arriva nelle nostre case.
Guerriglieri che entrano nelle scuole, uccidono i maestri e, minacciandoli di morte, costringono i bambini a seguirli negli accampamenti, ove, già a 5-6 anni, sono obbligati ad imparare a sparare con armi più grandi e pesanti di loro. Bambini costretti a tagliare con un'accetta, mani ad amici e parenti, solo perché si sono permessi di esercitare il loro diritto di voto. E ad un bambino troppo esile, che non è riuscito a tranciare il polso ad una donna, ma solo a spezzarle l'osso, è stata impartita una morte esemplare e sepoltura nelle latrine del campo.
Bambine che vengono strappate alle braccia dei genitori e portate negli accampamenti, per subire, a 8-9 anni, quel genere di violenza, che nessuna donna dovrebbe mai conoscere.
Sembra impossibile che la crudeltà umana possa arrivare a tanto…

 
Ed ora, ove è tornata la pace, la ricostruzione incontra ostacoli insormontabili, così carestia e miseria trovano spazio per annientare ulteriormente l'individuo. I bambini e i ragazzi liberati, rifiutati dalle proprie famiglie, perché considerati assassini e donnacce, vengono raccolti in centri d'accoglienza, insieme agl'orfani, ed ogni giorno attendono che il governo si occupi del loro avvenire, riaprendo scuole e trovando insegnanti, intanto scrivono sulla sabbia con un bastoncino di legno, sognando un quaderno, una penna e magari una vita migliore.
Ma il sole riesce a far capolino soprattutto grazie a quelle ONG (organizzazioni non governative) internazionali ed i loro volontari, che portano la speranza a queste genti, realizzando case, scuole, ospedali, strade e acquedotti…. per costruire un futuro migliore, un futuro in cui la cultura e l'istruzione saranno gli unici mezzi per combattere e vincere tutte le battaglie.
 
 
 
Pubblicato ad aprile 2007
 

 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.