martedì 1 maggio 2012

Metti il Diavolo a Ballare


di Simona CASAGRANDE



Dopo Luca Barbarossa, Enzo Jannacci, Cristiano de Andrè, Edoardo de Angelis, Massimo Schiavon, Eugenio Finardi e tanti altri, anche la cantautrice campana, Teresa de Sio, è stata ospite al Festival “Queste piazze davanti al mare”, ma non con un concerto di melodie napoletane, come ci si potrebbe aspettare, bensì con uno spettacolo teatrale, misto tra musica e lettura.

L’artista, infatti, dopo i successi degli anni ‘80, si è dedica alla sperimentazione e di recente si è interessata specialmente all’esplorazione di sonorità etniche ed in particolare di quelle pugliesi.

Alla fine del 2008, Teresa de Sio, però, intraprende un’ulteriore, nuova ed importante sfida: scrivere. Un lavoro che la coinvolge talmente tanto da interrompere tutte le sue attività concertistiche.

Ed è così che, il 25 novembre 2009, la cantautrice, presenta, al Circolo dei Lettori di Torino, il suo primo scritto "Metti il Diavolo a Ballare" edito da Einaudi: un romanzo decisamente crudo e forte. Un noir ambientato durante gli anni ‘50 nel Salento, quando si pensava  ancora di poter esorcizzare il demonio utilizzando i suoni ipnotici.

L’opera racconta la storia di due sorelle, orfane di madre e figlie di un padre totalmente assente. Trasferitesi nel magico mondo della taranta, la maggiore, Filomena, ancora bambina, viene mandata a servizio presso una famiglia in una masseria e spesso, su invito dei padroni di casa, reca con se anche la piccola Archina. Se non che, trascorsi alcuni anni, un triste giorno, Filomena, scopre che la sorellina, non ancora dodicenne, subisce da tempo abusi e violenze da parte del padrone di casa, e che, chiusa in se stessa, a causa della vergogna, non riesce a confidare la sua sofferenza, trasformando angoscia e disperazione, in una tortura interiore.
Così, in una società arcaica, ove non esistevano psicanalisi e psicofarmaci, per guarire l’infelicità, veniva usata una cura a base di musica ipnotica, capace, secondo quella cultura locale, di scacciare il male dalle persone: la taranta. Un ballo generato per espellere un pensiero violento che logora l’animo, un ballo che la povera Archina vestirà per giorni interi.

“Filomena, guardando il movimento del braccio del violinista che suona la taranta per Archina, le pare di vedere la stessa tecnica subita anni prima dalla madre: si incideva la vena del braccio del malato con un piccolo coltello e si credeva che, insieme al sangue, scivolasse via la malattia. Con la taranta era lo stesso. La musica faceva defluire il veleno iniettato dal ragno, da cui si credeva dipendesse l’infelicità.”
A febbraio ”Metti il diavolo a ballare”, è diventato anche un reading: uno spettacolo di musica e letture, che, la neo scrittrice, sta portando in giro per l’Italia. In compagnia di quattro talentuosi artisti, legge, canta e suona il testo da lei scritto. Su tutti eccelle, nella sua magnifica interpretazione, Ippolito Chiarello, il noto attore teatrale leccese, che con la de Sio, sotto i riflettori, dona vita,  con grande passione, alle parole descritte nel testo.
Il 19 agosto, la bellissima piazza Musso di Laigueglia, affacciata sul mare ed abbracciata per tre quarti dalle caratteristiche case della costa ligure, pronta ad accogliere il singolare show, era totalmente gremita di pubblico: i posti a sedere erano esauriti già un’ora prima dell’inizio dello spettacolo, tantissima la gente rimasta in piedi e numerosi i pugliesi presenti che, con grande passione e trasporto, hanno partecipato alla storia, ma soprattutto ai momenti musicali.

Teresa de Sio, con la grande professionalità che la contraddistingue, ha saputo catturare l’entusiasmo del pubblico, sposando la crudezza delle parole con la forza della musica, regalando, così, a tutti, impareggiabili momenti di grande cultura.


Pubblicato da GenovaZena a ottobre 2010



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